Meccanismo orologio: come funziona e distinzione tra digitale e analogico

Accessori che fanno parte della nostra vita da sempre, gli orologi hanno un fascino che non tramonta. Se sei qui, significa che, molto probabilmente, vuoi sapere qualcosa di più su quello che hai al polso. Nessun problema: siamo qui apposta per accompagnarti a esplorare il fantastico mondo dei meccanismi degli orologi.

Orologio meccanico: cosa serve perché sia definito tale

Parliamo ora di orologi meccanici, iniziando a capire cosa serve affinché l’orologio sia definito tale. I primi requisiti sono la presenza di una carica a molla e di un set di ingranaggi. I suddetti, per rispondere pienamente ai criteri richiesti, devono essere alimentati da mezzi meccanici.

Un caso molto particolare è quello degli orologi a quarzo, che richiedono l’energia fornita dalla vibrazione di un cristallo della suddetta pietra. Negli orologi meccanici, l’energia che muove gli ingranaggi è legata anche all’avvolgimento della molla di carica.

Se quest’ultima è completamente avvolta, l’orologio è in grado di segnare l’ora esatta per circa 40 ore. Il meccanismo appena descritto è quello più semplice. Bisogna infatti ricordare l’esistenza di orologi meccanici molto più complessi, in grado di mantenere l’ora esatta per molto più tempo.

Degna di citazione è anche la variante, un po’ più moderna, degli orologi automatici con meccanismi di carica che si attivano in seguito al movimento del polso della persona che li indossa. Si tratta di un’alternativa molto comoda, che consente di evitare la carica manuale quotidiana.

In ogni caso, a prescindere dalla singola situazione, è il caso di ricordare che, oggi come oggi, il meccanismo che regola gli orologi meccanici non è molto diverso da quello di 50/100 anni fa.

Un meccanismo complesso e affascinante

 

Guardando più nello specifico, ci accorgiamo che il funzionamento dell’orologio meccanico è legato a circa 12 viti e a più o meno 40 tra ruote, molle e piatti. Le parti appena citate - e molte altre - cooperano tra di loro concretizzando una perfetta sincronia.

Il meccanismo è davvero affascinante perché, alla base di tutto, ci sono dei gioielli. Per essere precisi bisognerebbe parlare di rubini. Quando si legge la recensione di un orologio, infatti, è naturale vedere diciture come “orologio a x rubini/gioielli”. Fino a qualche tempo fa, i rubini puri erano utilizzati perché caratterizzati dalla presenza di ossido di alluminio cristallizzato.

Quando li si nomina, si inquadra un materiale dalla forte durezza. La superficie, che è liscia, consente di attenuare l’attrito tra i vari componenti.

I perni, che rappresentano il fulcro delle ruote, sono alimentati dalla molla di carica, muovendosi così in maniera costante. In questo modo, si riesce anche a ridurre il rischio di logoramento dei perni.

Al giorno d’oggi, per far funzionare gli orologi meccanici, si utilizzano soprattutto rubini sintetici. A seconda della complessità del meccanismo, si utilizzano dalle 5 alle 35/40 pietre.

Orologio meccanico: cosa si vedrebbe aprendone il retro

Immaginiamo di aprire il retro di un orologio meccanico. Cosa si troverebbe? Innanzitutto la molla principale. La suddetta, è avvolta dallo stelo di avvolgimento, noto anche con il nome di corona. Quest’ultimo, sporge all’esterno dell’orologio stesso. Nei primissimi orologi meccanici, erano invece presenti un bilanciere oscillante e una molla.

Il meccanismo appena descritto è stato poi sostituito con il diapason, che ricopre il ruolo di risonatore ed è in grado di spostare gli ingranaggi in maniera mirata e soprattutto adeguata.

Differenze tra gli orologi meccanici

Gli orologi meccanici si dividono in diverse tipologie. Si può infatti parlare di “orologi semplici” e di “orologi solo tempo”. In caso di indicazioni supplementari, invece, si ha a che fare con gli “orologi complicati”.

La principale caratteristica di questi accessori è la presenza di un meccanismo che segna la data. Nel novero degli orologi meccanici complicati è possibile includere anche i cronografi, caratterizzati dalla presenza di una lancetta dei secondi al centro del quadrante.

Quest’ultima, si può azionare, fermare e azzerare tramite dei pulsanti che si trovano sul retro della cassa stessa.

Come è chiaro da queste righe, l’orologio meccanico complicato è un accessorio dal meccanismo tecnicamente molto complesso, un oggetto che, per essere creato, richiede una particolare sapienza artigianale.

Differenza tra orologio digitale e orologio analogico

Parliamo ora della differenza tra orologio digitale e orologio analogico. Il principale aspetto distintivo è la possibilità, nel caso dell’orologio digitale, di visualizzare l’ora senza l’ausilio delle lancette e del quadrante.

Come ben sai, in questo frangente, l’utente ha la possibilità di visualizzare l’ora esatta digitalmente. Gli orologi digitali, da diversi anni nelle nostre vite, si sono diffusi in seguito all’esplosione di elettrodomestici come il televisore e il microonde.

Il primissimo orologio digitale risale al 1970. Conosciuto con il nome di Pulsar, è stato messo in commercio grazie alla collaborazione tra Hamilton Watch Company ed Electro Data. Il quadrante di questo accessorio era caratterizzato dall’assenza di lancette e da un piccolo schermo che metteva in evidenza l’orario espresso in numeri digitali.

In pochi anni, il modello fu interessato da un’evoluzione che lo vide passare dal display a sette segmenti a un orologio a cristalli liquidi.

Gli orologi digitali non sono solo accessori da polso. Il loro ruolo è molto importante anche per gli elettrodomestici. Nel caso degli orologi da polso, è fondamentale citare la funzione di cronometro. La naturale evoluzione dell’orologio digitale è stata lo smart watch che, come ben si sa, è un device che funziona grazie al collegamento internet.